La sagra è di recente ideazione. Conobbe i propri natali nella città di Muravera nel non troppo lontano 1961, quando il
presidente della Pro Loco di allora decise di sfruttare un tipico prodotto della zona, oggetto di coltivazione da tempi remoti, e di intitolare in suo onore una sagra, che avesse come compito principale non solamente quello di promuoverlo, ma di far conoscere ai turisti e visitatori che avrebbero partecipato, il raffinato artigianato della zona, i tipici prodotti, cosi come la cittadina e i dintorni. Signori indiscussi sarebbero comunque stati gli agrumi. E’ facile immaginare che i coltivatori apprezzarono da subito l’idea geniale, tanto che oggi, a distanza di qualche decennio, la sagra appare perfettamente integrata nelle abitudini della bella Muravera, e il prodotto apprezzato in ogni parte dell’isola e non solamente.
per il favorevole clima, risultano avere particolarità organolettiche del tutto stimate. Alla sagra si associò da presto una mostra mercato di vari prodotti alimentari propri del territorio, che tutt’oggi si svolge in concomitanza con la festa degli agrumi.
La sagra prende avvio normalmente agli esordi di Aprile. Per il 2008 le giornate di festa sono state il 4, il 5 ed il 6. Oltre alla presenza di banchi coperti entro i quali si espongono le arance che è possibile degustare, il turista avrà la possibilità di assistere a una buona quantità di spettacoli a carattere folklorico. Canti e balli sono di estrema bellezza, accompagnati dalle sfilate in costume sardo di bellissime ragazze e aitanti giovani, che per qualche attimo ci riportano con la mente indietro, a quando l’ antico e lussuoso costume era abito consuetudinario della festa. Questa sfilata è impreziosita dal passaggio delle etnotraccas. Si tratta di carri trainati da buoi, adornati cosi come prevedeva la rispettosa tradizione sarda. Ogni carro è allestito in maniera differente, ma ciascuno rappresenta scene di vita, che decenni addietro dovevano rispecchiare la normalità. Scrosci di quella vita agro pastorale che ha caratterizzato a lungo il vivere faticoso dei sardi. Sfilate di maschere rappresentanti ogni zona sarda, rallegreranno i visitatori, coinvolgendoli nella rappresentazione. Amalgama dello spettacolo è il melanconico suono di launeddas, strumento a fiato, composto di canne forate, ed oltre ad esserne artefici ed inventori gli isolani, risultano esserne anche eccellenti suonatori. La festa rappresenta un tocco di colore e di allegria che apre le porte, invitante, all’estate che si affaccia, ogni anno puntuale.